Rinascimento

Il Rinascimento

Il Rinascimento a Pitigliano ha inizio sotto il governo dei Conti Orsini che, in seguito al matrimonio con l’ultima esponente della famiglia Aldobrandeschi, Anastasia, ottennero il controllo sulla contea.

I conti Orsini furono sin da subito in contrasto con le città di Orvieto e Siena, quest’ultima da sempre interessata alla conquista del feudo.

I governo degli Orsini mirava principalmente alla riconquista dei territori persi durante il dominio della contessa Margherita Aldobrandeschi ma fu necessario fin dall’inizio contrastare l’avanzata della Repubblica di Siena che riuscì, comunque, a conquistare Sovana nel 1410 e Vitozza nel 1413, riducendo la contea degli Orsini, di fatto, alle sole cittadine di Pitigliano e Sorano. Gli Orsini non si arresero e nel 1431 riuscirono a riconquistare Sovana, purtroppo i senesi ebbero di nuovo la meglio nel 1434, uccidendo anche il Conte Gentile Orsini.

I senesi cercarono anche di conquistare Sorano, ma la fortezza era inespugnabile e trovarono inoltre la difesa guidata dal conte Ildebrandino Orsini, che vinse la guerra di Filetta tra il 1454 e il 1455.

Nel 1466 il conte Niccolò III Orsini venne eletto alla guida della contea di Pitigliano e grazie al suo governo, la contea visse un periodo di relativa tranquillità. Il Conte Niccolò III Orsini fu un abile stratega e condottieri d’Italia, tanto da essere scelto per prestare servizio per la stessa Repubblica di Siena – nonostante il clima non di certo amichevole tra le due parti – , per il Papa, per il Re di Napoli e per i Medici.

Con il governo di Ludovico Orsini, figlio di Niccolò III, si riaprirono le ostilità con la Repubblica di Siena e Pitigliano fu nuovamente costretta a sottoporsi ai senesi attraverso il pagamento di un tributo annuale, il malcontento degli abitanti della contea sfociò in feroci ribellioni e nel 1547 il Conte Gianfrancesco Orsini venne esiliato ed il popolo scelse come nuovo conte il figlio di Gianfrancesco, Niccolò IV, sospettato tra l’altro di aver organizzato la ribellione per destituire il padre. Niccolò IV riuscì a riconquistare sovana nel 1552, sfruttando la guerra tra la Repubblica di Siena e l’imperatore Carlo V, ma quando i senesi vennero definitivamente sconfitti dai Medici, Cosimo I Medici chiese la immediata restituzione di Sovana minacciando un’azione militare, fu solo grazie all’intervento del pontefice che la questione si risolse in maniera pacifica e Sovana tornò ad essere un possedimento dei fiorentini. Niccolò IV Orsini era un tiranno e non fu mai amato dalla popolazione che, nel 1562 si ribellò, non senza l’aiuto dei fiorentini, chiedendo la protezione di Cosimo I Medici.

Scelti dalla popolazione locale, i fiorentini riuscirono, nei decenni successivi, ad impossessarsi dei territori della contea, conquistando Pitigliano e Sorano, nel 1577 emanarono nuovi statuti che sancivano la sottomissione dei pochi Orsini rimasti, alla dinastia dei Medici. L’ultimo conte Orsini, per liberarsi dei debiti e mantenere i suoi possedimenti nel Marchesato di Monte San Savino, donò la contea di Pitigliano ai Medici, nel 1604.

I Medici sin da subito riuscirono ad ottenere nel 1608 la protezione imperiale sulla nuova contea, tutelandosi così dalle mire espansionistiche di Filippo III di Spagna e dello Stato della Chiesa. Ben presto però i Medici furono costretti a difendere la contea dagli attacchi dello Stato Pontificio, vincendo nel 1643 contro le truppe di Papa Urbano VIII nella battaglia che si svolse in località Casone. La politica dei Medici non portò però alla crescita economica e sociale sperata, la lontananza dei sovrani ed il sistema feudale bloccava infatti la contea, portandola ad una decadenza economica e sociale. Di rilievo, la costruzione dell’Acquedotto Mediceo, iniziato nel 1639, per l’approvvigionamento idrico alla città di Pitigliano.

Nel 1737, Pitigliano passò agli Asburgo-Lorena, e in questo periodo si assiste alla rinascita della Contea. I nuovi sovrani applicarono importanti riforme che, di fatto, abolirono la servitù feudale e permisero ai cittadini di acquistare beni demaniali, comunali, ospedalieri ed ecclesiastici, rendendo disponibili in questo modo migliaia e migliaia di ettari di terreno, donando in questo modo una forte spinta alla crescita economica. I Lorena ultimarono i lavori per l’Acquedotto Mediceo, e si adoperarono nella costruzione di importanti opere pubbliche, i ponti sui torrenti Prochio e Meleta e la Chiesa di Santa Maria Assunta.

In seguito alle battaglie del Risorgimento, la contea di Pitigliano votò per l’annessione al nuovo regno d’Italia, nel 1860.